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«Iniziativa sulla biodiversità: estrema e inadeguata»

Comunicato stampa del 13 giugno 2024 del Comitato contro l’iniziativa sulla biodiversità

Il 22 settembre ci sarà in votazione l'iniziativa popolare federale “Per il futuro della nostra natura e del nostro paesaggio” (iniziativa biodiversità). Per il Consiglio federale, il Parlamento e l’economia (inclusa quella agricola), l’iniziativa si spinge troppo oltre. Limiterebbe gravemente la produzione di energia e cibo sostenibili, renderebbe più difficile la gestione delle foreste e lo sviluppo delle infrastrutture turistiche nelle zone rurali e farebbe lievitare i costi per le costruzioni. Esistono già oggi strumenti e disposizioni legali sufficienti ed efficaci per promuovere la biodiversità. Nell’ambito di una conferenza stampa, un'ampia alleanza ha esposto i propri argomenti contro l'iniziativa e allo stesso tempo ha dato il via alla campagna di voto.

Con l’iniziativa sulla biodiversità, il 22 settembre verrà messa in votazione ancora una volta un’iniziativa popolare estrema, inadeguata e, considerata la situazione in Svizzera, anche inutile. Sia il Consiglio federale che il Parlamento la respingono. Alla conferenza stampa odierna del comitato contro l'iniziativa sulla biodiversità, un'ampia alleanza del mondo economico, agricolo e politico, ha spiegato chiaramente i propri argomenti:

Argomento 1: Il 30% del territorio nazionale sarebbe praticamente intoccabile

L'obiettivo degli iniziativisti è chiaro: vogliono che il 30% del territorio nazionale sia a disposizione soltanto per la biodiversità. Gli iniziativisti ritengono che attualmente solo l’8% sia adeguatamente protetto. Per loro manca quindi una superficie che corrisponde alle dimensioni dei Cantoni Berna, Friburgo, Neuchâtel e Soletta messi assieme. Su questa superficie, la produzione alimentare non sarebbe possibile o lo sarebbe solo in misura molto limitata. L’alleanza è d’accordo che ci sia margine di miglioramento. Tuttavia, questo margine non riguarda la quantità, ma piuttosto la qualità delle superfici.

Argomento 2: L’agricoltura fa già molto a favore della biodiversità

Attualmente già il 19% delle superfici agricole vengono specificatamente utilizzate per la promozione della biodiversità. Ciò corrisponde a 195'000 ettari di superficie, pari alle dimensioni dei Cantoni Zurigo e Zugo messi assieme. Per poter ottenere i pagamenti diretti, attualmente è obbligatorio dedicare alla biodiversità il 7% delle proprie superfici. Inoltre, in Svizzera ci sono 220'000 ettari di superfici inerbite ricche di biodiversità nella regione d’estivazione.

Argomento 3: La produzione di energia locale e sostenibile verrebbe ostacolata

L’estrema protezione di ampie zone richiesta dall’iniziativa comporta un brusco arresto nell’approvvigionamento di energia rinnovabile locale. L’iniziativa esige un grado di protezione talmente elevato che bloccherebbe lo sviluppo di energie rinnovabili tanto importante quanto impegnativo. Il popolo svizzero ha ribadito chiaramente sia nell’estate 2023 (Legge sul clima e l’innovazione), sia nell’estate 2024 (Legge federale su un approvvigionamento elettrico sicuro con le energie rinnovabili), la volontà popolare di promuovere le energie rinnovabili.

Argomento 4: L’economia forestale e del legno verrebbero limitate

In caso di accettazione dell’iniziativa, il settore forestale si troverebbe confrontato con nuove restrizioni e requisiti dovuti all’espansione delle riserve forestali. Il bosco come fornitore di materie prime verrebbe messo in secondo piano.

Argomento 5: L’impatto ambientale verrebbe spostato all’estero

Un’accettazione dell’iniziativa indebolirebbe la produzione nazionale di cibo, energia e legno. All’insegna del motto “Lontano dagli occhi, lontano dal cuore”, la produzione verrebbe delocalizzata all’estero, dove spesso vengono adottati standard ecologici minori dei nostri. Per l’ambiente non ci sarebbe nulla da festeggiare.

Argomento 6: I prezzi e le restrizioni edilizie aumenterebbero – anche nelle aree d’insediamento

L'iniziativa non si riferisce esclusivamente alle superfici e alle strutture al di fuori della zona edificabile. Ciò significa che sarebbero toccate anche le aree di insediamento e quindi anche le PMI e le aziende industriali, che si troverebbero a dover fare i conti con requisiti aggiuntivi, procedure di autorizzazione ancora più lunghe e maggiori costi di costruzione.

Argomento 7: Le regioni di montagna e il turismo verrebbero indeboliti

Le regioni di montagna e il turismo dipendono dalle infrastrutture. L’iniziativa limita fortemente la loro realizzazione.

Argomento 8: I principi federali verrebbero calpestati

Un’accettazione dell’iniziativa limiterebbe le competenze e il margine di manovra di Cantoni e Comuni, siccome la sovranità esecutiva sarebbe regolata a livello federale e non più dai Cantoni.

Argomento 9: Costi importanti indeboliscono le finanze federali

Il settore pubblico dovrebbe affrontare una spesa aggiuntiva annua dai 375 ai 440 milioni di franchi.

Per mostrare alla popolazione l’«inutilità» e le conseguenze negative dell’iniziativa, con la conferenza stampa odierna l’alleanza dà il via ufficiale alla campagna di voto.

Contatto

Sem Genini

Unione Contadini Ticinesi
Direttore

Telefono 076 469 87 57 

[Translate to Italiano:] Martin Rufer

Martin Rufer

Direttore Unione Svizzera dei Contadini

cellulare 078 803 45 54
E-Mail martin.rufer@sbv-usp.ch

Sandra Helfenstein

Responsabile della campagna

079 826 89 75